In prossimità dell'uscita del film "This is it" il sito Coming Soon intervista Kenny Ortega, Travis Payne e Michael Bearden. Il giornalista afferma di come sia stato sorprendente vedere come essi stiano rilasciando così tante interviste sul film, considerando quanto sia difficile per loro parlare del loro caro amico, e di come sia stata un'esperienza emozionante per i tre parlare di Jackson e il suo coinvolgimento nel film.
Prima dell'intervista il giornalista di Coming Soon ha visionato circa 13 minuti di filmati e afferma che nel vedere Jackson nella sua piena regalità nel fare alcune delle sue movenze di "fabbrica" gli ha provocato un brivido lungo la spina dorsale, perchè appare evidente anche da quei pochi istanti che Jackson era ancora in prima linea quando è morto.
C.S. Quanto tempo serve per portare sul palco produzioni del genere? I concerti sono stati annunciati a Marzo, voi a quel punto eravate già impegnati nella progettazione e la preparazione?
Ortega: No in realtà no, Michael mi chiamò poco prima della conferenza a Marzo e così iniziammo i primi di Aprile, e all'inizio stava componendo il team e si discuteva delle idee, poi i ballerini iniziarono alla fine di Aprile, la band invece la prima settimana di Maggio, o no?
Bearden: La band si, ma io iniziai prima. Iniziai prima dei ballerini.
Ortega: Si compose lo staff creativo, poi raggruppammo i ballerini, i cantanti e i musicisti. Michael nel frattempo stava lavorando privatamente con Travis per i suoi passi di danza e la scaletta. Per arrivare poi tutti insieme sl palco del Forum a Maggio.
C.S.: Allora il palco che vediamo nel film è quello del Forum?
Ortega: Il Forum e lo Staples Center. Ci sono 5 sedi nelle immagini : l'Arena 02 luogo della conferenza, il Nokia Live dove abbiamo fatto i provini dei ballerini, il Center Stage dove abbiamo fatto le riunioni e le prime prove con la band, ballerini e cantanti e poi al Forum e lo Staples dove iniziammo a mettere in piedi lo show.
C.S.: Allora vedremo i provini ed altre cose che riguardano le prove?
Payne: Il film è la storia di cosa doveva essere "This is it", l'intero processo, la creazione dello spettacolo.
C.S.: Dal momento che tutti e tre avete già lavorato con lui, avete avuto l'impressione che stesse cercando di reinventarsi in qualche modo o era solo questione di dare ai fans ciò che si aspettavano?
Ortega: (sorride) Non aveva bisogno di reinventarsi. Non si parla di questo, ma nel mettere insieme lo show c'erano volte in cui reimmaginava, rinfrescava, creava nuovi stimoli, sorprese.
Bearden: Idee allargate.
Ortega: Idee allargate, ma c'erano aspetti classici di lui che erano intoccabili. Era un insieme dinamico di idee così semplii e così basilari ed intime, da quando Michael stava sul palco illuminato solo da una luce con la band e il pubblico difronte sino a quste elaboratissime immagini 3-D. Avevamo un cast di 70 persone che dovevano aprire il concerto di Londra. Era sinceramente senza dubbi l'arena di produzione più riuscita che avrei mai pensato.
C.S.: Da quanto ho visto, questo sarebbe stato simile ad una lunga programmazione di Broadway, che avrebbe potuto essere messa in scena per mesi e mesi se lo avessero richiesto. Ero curioso del fatto che avete ripreso tutto. Era cosa comune fare così?
Payne: E' stato sempre parte dello sviluppo documentare tutto, talvolta per memorizzare i riferimenti, così si potrebbe confrontare cosa succede da un giorno all'altro. Tutto nel tentativo di modellare le idee nel miglior modo che potessero essere, fortunatamente, come ogni altro processo di produzione, le videocamere erano accese ed è grazie a ciò che siamo stati capaci di costruire questo film.
C.S.: A chi venne per primo l'idea di fare il film? Chi disse "Dovremmo provare a mostrare alla gente cosa avrebbero visto..."?
Ortega: I fans lo chiedevano. Subito dopo la morte di Michael, mentre tuttii ci eravamo bloccati per questa tragedia, nel mezzo della preparazione del memorial e mentre tutto scorreva al rallentatore nel surrealismo di ciò che accadde, i fans, i quali attraversavano le loro angosce tremende per la perdita di Michael, chiedevano nello stesso tempo "Noi abbiamo i biglietti. Dobbiamo sapere, cos'era? Cosa stavate faacendo? Perfavore, perfavore...".Stavano implorando in migliaia da ogni parte del mondo, in ogni lingua "Perfavore, perfavore fateci sapere cosa stava facendo Michael, condividetelo con noi, tutto. Non avete niente?". Allora i rappresentantti di Michael, che curano al meglio i suoi interessi, e la sua famiglia ci pensarono e ci dissero "Abbiamo bisogno di farlo". In un primo momento rimanemmo stupiti tipo "Huh?", ma fortunatamente tutti fummo concordi che questo era un progetto in onore, non di gloria, fu come una chiamata. Era come se fosse nostro compito riconoscere che il viaggio non era finito e che dovevamo crearlo e trovare un modo di diventare abbastanza obiettivi per farlo.E' stato difficile, ma ci siamo tutti riuniti in una stanza e ci siamo tirati su l'un l'altro...
Bearden: Moltissimi momenti da fazzoletti di carta (per le lacrime).
Ortega: Dovevamo fare molte passeggiate a volte.
Payne: E questo è stato il lavoro più grande di Michael, ed era così appassionato in questo. Sapeva che questo era il momento di ritornare sul palco e ricordare alla gente molti dei messaggi che aveva diffuso attraverso la sua musica e la sua arte per anni. Pace, speranza e amore e la protezione del pianeta e fare tutto ciò che possiamo come umanità per garantire che c'è un ambiente abbastanza sano in cui vivere per le generazioni future. Sapevamo da quel momento che ciò era molto importante per lui. E' stato un viaggio iniziato tutti insieme ed era importante che lo finissimo...per e con Michael.
C.S.: In che momento avete iniziato a ripercorrere le immagini e cosa era inserito in questi che deve averlo reso così difficile?
Bearden: E' stato dopo il memorial e si parlava di un concerto tributo e questo è avvenuto solo poco prima della proposta per il film, una volta che la Sony ha acquisito i diritti, tutte le discussioni in merito al tributo si interruppero e loro tirarono dentro Kenny, Travis e me per guardare questa lunga infinita striscia di...
Ortega: (ride) 80 ore di immagini.
Bearden: Ed è stato alquanto emozionante perchè non lo avevamo saputo gestire in quel momento.
C.S.: Ma non tutte le 80 ore in una sola volta certamente...
Ortega: No, no, no, ma in definitiva abbiamo visto abbastanza per sapere che c'era abbastanza per fare qualcosa, e questo fu intorno alla metà di Luglio. E poi ne parlammo musicalmente, concettualmente e ci prendemmo due settimane con gli editori per dargli un progetto ed una direzione, e poi hanno fatto un enorme assemblaggio di 6 ore che guardammo tutti insieme. Poi ci riunimmo e ne parlammo e dopo ciò dicemmo "Ok, ecco il film che vogliamo fare...vediamo un film qui".
Bearden: Ad un certo punto, ognuno di noi era con Michael ogni giorno separatamente o riuniti in team ed è stato un gran colpo di genio, se vogliamo, che potevamo iniziare a vedere cosa cesellare e cosa dovevamo fare in gruppo, perchè c'era così tanto da fare. Ed un'altra cosa che abbiamo fatto è che ognuno di noi ha sempre tenuto presente Michael in ogni aspetto...questo non guidava solo il martello e lo scalpello...era Michael. Mi dicevo "Questo pezzo gli piace? No!". Ognuno di noi credo che abbia avuto momenti in cui realmente ha sentito la sjua presenza, questo è ciò che accadde. Ricevemmo un magnifico progetto da Michael, lui era stato l'architetto di tutto ciò che faceva e siccome siamo stati lì con lui tutti i giorni sapevamo cosa voleva, così abbiamo provato a realizzare la sua visione e trasformarla nel film.
Ortega: Devo dirvi. Una volta, eravamo seduti in una stanza e stavamo guardando tre diverse performance delle prove in cui Michael faceva una canzone ed io "La amo!Come possiamo non perderla?". Travis ed io lo guardavamo e io "Cosa pensate dovremmo fare?" e Travis disse "Lui ha detto 'Tutti questi'' e io dissi "Cosa?"...'Lui ha detto 'Tutti...usali tutti'. Poi realizzammo che lui era nella stanza, ci parlava e ci stava dicendo "Non dovete mostrarne uno, mostrateli tutti!". In diversi intervalli del film potrete vedere Michael in una prova pomeridiana di qualcosa e poi nella canzone successiva potreste vedere settimane di prove accorpate come in una compilation. Ci siamo realmente sentiti guidati, davvero, ci siamo sentiti guidati. L'altra cosa che avevamo nella mente e nel cuore ogni giorno sono i fans. Di cosa hanno bisogno? Di qualcosa che possa aiutare a fermare questo dolore al cuore dentro di loro. Prima che potessimo liberarci di qualcosa dicemmo "Dannazione, lo vorranno questo".Discutemmo per loro, eravamo li per loro.
C.S.: Nelle immagini c'è una schermata suddivisa in cui MJ fa tre diverse versioni della fine di una canzone. Questo spettacolo sembra così programmato e ben provato, ma c'era ancora spazio per Michael per improvvisare?
Ortega: Questi ragazzi dovevano imparare tutte le canzoni di tutti gli album. avevano il catalogo intero.
Bearden: Abbiamo fatto circa 30 canzoni in due settimane. Avevo la stessa etica professionale di Michael. Molto gentile, affabile, un perfezionista ma non in senso dittatoriale in cui devvi fare qualsiasi cosa ti dica di fare. E' collaborativo, ma nello stesso tempo dovevi aver fatto ciò che lui voleva andasse fatto.Dovevamo essere pronti a qualsiasi cosa volesse fare, perchè era così spontaneo e creativo, anche se aveva una sorta di senso di dirigere. Una cosa meravigliosa che amavo di MJ è che permetteva quello che chiamiamo "la giostra creativa" e così se c'era qualcosa che non mi piaceva-od anche su cui avevo una diversa opinione- lui poteva dire "Bene, fammi sentire. Ok facciamolo".
Payne: Essendomi esibito con lui in Dangerous ed History tour, lui era il signore dell'improvvisazione, il migliore che abbia potuto mai vedere, e c'erano molte occasioni per lui di avere diverse esperienze ogni sera. C'erano momenti in cui chiamava i pezzi in cui ci si aspettava che lui apparisse e fosse all'unisono con i ballerini, e questo era ciò su cui eravamo concentrati alle prove, ma poi chiaramente c'era spazio per lui di fare la propria esperienza. Così per lui diventava fresco e nuovo ogni sera.
Ortega: E lui voleva sempre che tu lo guardassi. Quando lavoravi con MJ dovevi accendere la corrente. Non eri la band o i cantanti o i ballerini, eri un'estensione di MJ. Era un organismo, e si vede nel film. Ad un certo punto diceva "No ferma! E' andato troppo veloce. Guardami!". E qualcuno poteva iniziare a replicare e lui diceva "Guardami. Ti porterò là!". Qualsiasi cosa fosse Michael era il conduttore, ed in ogni momento possibile era capace di renderlo un momento di improvvisazione. Puntava la folla, e diceva "Potrei solo voler scuotere le spalle. Potrei solo voler sbottonare la giacca.". Ciò che stava succedendo è che tutti diventavano ben collegati, concentrati, e lo vedevi ad un certo punto che faceva una pausa ed una piccola esitazione per vedere se qualcuno anticipava i tempi, un piccolo passivo/aggressivo test...e nessuno lo faceva, così compariva un sorriso ammiccante sul suo viso perchè si accorgeva che tutti lo stavano guardando ed erano attenti, poi alzava la mano e tutto continuava. Michael aveva questa capacità di stimolare ogni sera, in ogni momento. Doveva essere pronto e il coreografo anche...
C.S.: Suona come James Brown...non c'è modo di sapere per i musicisti cosa fa dopo...
Bearden: E' divertente che tu dica una cosa del genere perchè abbiamo discusso molto riguardo a questo ed è da questo che MJ ha imparato. E' molto simile a J.B. e Jackie Wilson e tutte queste cose le ha assorbite quando era ragazzo...lui guardava, ascoltava e lo faceva anche ad 8 anni.
C.S.: Questo film non è proprio un concerto ma sembra più un dietro le quinte.
Ortega: quando abbiamo iniziatio a fare il film abbiamo pensato fosse una specie di documentario, nel film avremmo raccontato la storia meglio che potevamo del più grande show che tutti abbiano mai potuto vedere. Ho sempre puntato i piedi quando qualcuno cerca di riferirsi al film come ad un film-concerto e io dico "Non dite questo". Perchè eravamo ancora in una fase di "lavori in corso"...Il suono in questo film è straordinario. Michael ha lavorato con Paul Masi, il vincitore dell'Academy Award, che ha creato la colonna sonora per "Shine a light", il film di Scorsese sui Rolling Stone...
C.S.: Pensate che questo film ci sarebbe stato se Michael fosse stato ancora vivo?Avrebbe mai permesso di far vedere le scene del dietro le quinte?
Ortega: Non abbiamo mai trovato altri film del genere. Ci abbiamo provato. Abbiamo voluto che qualcuno ci mostrasse qualcosa, per aiutarci. Sarebbe stato meglio avere un riferimento e vorrei dire "No, non credo".
C.S.: Vorrei parlare dell'eredità di Michael. Indubbiamente ha fatto e venduto molti dischi, ed ora tutti si stanno rendendo conto che abbiamo perso un grande.Potete parlarmi della sua eredità e di dove credete che andrà ora? Pensate che il suo trapasso sfortunato assicurerà a più gente di scoprire la sua musica?
Payne: Credo di si. Credo che chiaramente tutti i vecchi fans di Michael che sono stati con lui tutti questi anni siano stati destabilizzati a venire all'Arena 02 e a metabolizzare il tutto per essere li con il loro eroe. Ma credo certamente che a causa della sua morte prematura ci sia molta più curiosità intorno al progetto. Credo che potrebbe raccogliere più persone che avrebbe avuto. E' sfortunato che abbiamo dovuto perderlo fisicamente, ma credo che sarebbe felice se un'audience molto grande ascolterà e vedrà i msg che erano così vicini e cari al suo cuore per tutti questi anni e che sono stati il suo fondamento per tornare sul palco.
Ortega: E noi avevamo così tante motivazioni dietro ciò che stavamo facendo. Ogni persona che ha lavorato a questo progetto, una volta perso MJ, ha subito capito che ci ha lasciati con questa responsabilità . La sua musica sarà sempre li. I suoi video saranno sempre li. Potete guardare "Dangerous" o affittare "History" o "Thriller", ma le ragioni che stavano dietro la volontà di Michael di andare fuori e fare questi lavori ed altro- portarli in India, Giappone, in giro per il mondo- erano molteplici ed erano profonde e sincere, e lui era molto sensibile a molte di queste. Siamo stati li ogni giorno, riuscendo ad apprezzare e valutare realemnte perchè¨ MJ stava facendo questo in questa fase della sua vita.Ora se ne è¨ andato, e parlo a nome di tutti qui e di ogni persona coinvolta, quando dico che sappiamo quella parte di eredità che dobbiamo portare avanti facendo tutto ciò che possiamo per ricordare alla gente questi messaggi così importanti per Michael. questo è¨ il modo in cui fai sopravvivere qualcuno. questo è il modo in cui l'eredità continua e cresce, grazie ad ognuno di noi: i suoi fans, le persone creative che hanno avuto il privilegio di lavorare con lui, devono ricordare che abbiamo la nostra parte da fare. Abbiamo una responsabilità .
Payne: Sperando che le persone che andranno a vedere il film siano capaci di connettersi nuovamente con Michael e di ascoltare i messaggi che lo appassionavano. Se ognuno di loro andrò fuori e farò anche una sola di quelle cose ogni giorno, allora lo avrò reso felice. Credo che iniziare qui possa comportare un grande flusso di cambiamento, e sarebbe un trionfo.
C.S.: Mi sarebbe piaciuto se ci fosse stato un film del genere quando morì Elvis o quando fu sparato Lennon, perchè¨ questo rifocalizza l'attenzione sulla musica. Non l'ho visto in IMAX, quindi come sono state tradotte le immagini nel formato più largo?Perchè¨ indubbiamente è¨ stato un lavoro faticoso...
Ortega: Si...in primo luogo, il nostro produttore post-produzione ci introdusse, danzando un motivetto, Chantal Feghali, un'affascinante supervisore/co-produttrice post-produzione; lei entrò "Abbiamo l'IMAX!" e noi la guardammo ed esclamammo "Cosa?!". Perchè¨ l'IMAX è¨ granuloso, grezzo e non sempre carino.
Bearden: Non si è¨ mai pensato ad un film!
Ortega: In effetti, tutti quelli che sono andati a Seattle per lavorarci sopra tornarono da noi dicendo "Impazzirete!!". La notte di Halloween, lo vedremo in IMAX, ci daranno uno schermo speciale. Non ve l'ho ancora detto (rivolto agli altri due).
Bearden: Davvero??Woww!
Ortega: Non so se lo sapete ma abbiamo 15 prime mondiali simultaneamente, e mi è¨ stato detto che sarà completamente unico e da Los Angeles, saremo tipo la "base", inserita in tutte queste 15 prime mondiali, schermi ovunque, a Leicester Square a Londra, si aspettano l'arrivo di migliaia di persone all' 1,00 del mattino. Ci saranno schermi per le strade ovunque sul pianeta nelo stesso momento. Stiamo parlando delle città principali, incluse Sidney e Tokyo e Londra e...
Bearden: Anche le Bermuda!!
Ortega: Bermuda, Monaco, è¨ molto eccitante!
http://www.mjjitalia.com/notizie/41-this-is-it/97-coming-soon-intervista-i-tre-produttori-del-film-this-is-it-prima-parte.html
Ultima modifica di Trilly Jackson il Gio Nov 05, 2009 3:20 pm - modificato 1 volta.